In condizioni normali il restringimento non impedisce all’aria di entrare e uscire dai polmoni tuttavia, se si soffre di apnea nel sonno, le vie respiratorie possono rimanere ostruite, in tutto o in parte, per questi motivi:
- i muscoli del collo e la lingua si rilassano più del normale;
- la lingua e le tonsille (le masse di tessuto nella parte posteriore della bocca) sono troppo grandi rispetto all’ampiezza delle vie respiratorie;
- il paziente è in sovrappeso, quindi il tessuto adiposo in eccesso può far ispessire le pareti della trachea (canale dove passa l’aria);
- la forma della testa e del collo (struttura ossea) può causare un restringimento delle vie respiratorie nella bocca e nel collo;
- il processo dell’invecchiamento limita la capacità degli impulsi nervosi di mantenere rigidi i muscoli del collo durante il sonno, le vie respiratorie corrono quindi un maggior rischio di restringersi o di collassare.
Se le vie respiratorie sono bloccate in tutto o in parte durante il sonno, i polmoni non ricevono una quantità sufficiente di aria, quindi si possono avere un forte russamento e un abbassamento improvviso del livello di ossigeno nel sangue.
Se i livelli dell’ossigeno si abbassano troppo il cervello inizia a disturbare il sonno, perché manda impulsi nervosi per cercare di irrigidire i muscoli delle vie aeree superiori e di tenere aperta la trachea. La respirazione, quindi, ritorna alla normalità, spesso russando in modo rilevante.
Gli abbassamenti frequenti del livello di ossigeno nel sangue e la cattiva qualità del sonno possono provocare il rilascio degli ormoni dello stress che fanno aumentare la frequenza cardiaca e il rischio di ipertensione, infarto, ictus e aritmie (anomalie del battito cardiaco). Questi ormoni, inoltre, fanno aumentare il rischio di insufficienza cardiaca, o aggravano un’insufficienza cardiaca preesistente.
Se l’apnea nel sonno non viene curata può causare alterazioni del metabolismo, e quindi far aumentare il rischio di obesità e diabete.