La ricerca assume una particolare rilevanza se si considera che nel 2015 in Italia, su 174.000 incidenti stradali (dati Istat), ben 12.180 sono stati quelli causati da autisti affetti da sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas), con circa 240 morti e 17.224 feriti accertati. Per questo motivo quest’anno un documento approvato da Governo e Regioni ha definito questa malattia un “grave e crescente problema sanitario, sociale ed economico”.
Esiste infatti una correlazione scientificamente dimostrata tra carenza di sonno e rischio di incidenti stradali. Per questo lo studio italiano ha messo sotto la lente di ingrandimento la salute e le abitudini di circa 950 autotrasportatori, tenendo conto di tutti i principali problemi relativi al sonno che influiscono sulla capacità di guida, come l’apnea notturna, la carenza cronica di sonno e la sonnolenza diurna.
“I ricercatori hanno preso in esame la quantità di sonno desiderata e il numero di ore effettivamente dormite, così da calcolare il debito di sonno, cioè le ore che effettivamente mancano rispetto alle necessità psicofisiche di ciascun partecipante. A questo punto è stato misurato con esattezza il rischio di incidente di un camionista che dorme meno del dovuto”. I risultati sono allarmanti: per chi dorme due ore meno del dovuto (quindi non più di sei ore a notte) il rischio incidenti raddoppia e triplica con tre ore in meno di sonno a notte; mentre per chi ha dormito quattro ore, o meno, il rischio di rimanere coinvolto in un incidente aumenta dal 400%.
“In generale”, chiarisce il prof. Magnavita dell’Università Cattolica di Roma, “si ritiene che sia necessario dormire tra le sei e le otto ore al giorno, ma certamente va tenuto conto che ognuno ha le sue abitudini. Per calcolare la carenza di sonno abbiamo chiesto ai camionisti quanto avrebbero voluto dormire e quanto avevano effettivamente dormito”.